Non solo punizioni, altre soluzioni
Che si usi una punizione se il bambino o l'adolescente fa qualcosa di così grave e dannoso nonostante gli sia stato detto più volte, è normalissimo. Ma che la punizione possa essere anche una risoluzione di un semplice mancato rispetto di una regola (fosse anche ripetuto), questa cosa non mi troverà mai d'accordo. Le regole ci vogliono e sono fondamentali per ricordare a tutti che ogni cosa ha dei limiti, ma non devono essere troppe. È fondamentale mantenere sempre l'empatia. Il compito è educare al rispetto sia delle regole che di qualsiasi altra cosa, la priorità non è sanzionare. Se uno ha una reazione impulsiva va fermato prima che faccia danni e se si rischia che succeda qualcosa di oggettivamente grave non si può passarci sopra, ma quando non viene sfiorato nessun danno irreparabile a cosa può servire una punizione? A procurare altre reazioni causate dalla rabbia? Ovviamente il discorso cambia completamente se il bambino o l'adolescente usa l'emotività e l'impulsività come alibi per fare un danno ad altri, in tal caso comprendo qualsiasi punizione purché non sia esagerata. Se invece si rischia che un bambino o un adolescente distrugga un oggetto costosissimo con un'azione dolosa, mi pare giusto non comprargliene più. Ma non deve (limitarsi ad) essere una punizione, deve servire prima di tutto a capire che le spese non sono infinite. Non necessariamente una cosa "bisogna guadagnarsela", alcune cose sono necessarie. Un giocattolo sì, bisogna guadagnarselo (ma sempre senza che le regole e le limitazioni siano eccessive). Un cellulare o un computer possono servire agli studenti anche per motivazioni di studio, per quel che mi riguarda non vanno vietati (o comunque non per punizione). Se necessario, vanno vigilati mentre li usano. Non è che uno diventi un delinquente se non gli viene mai tolto il telefono. Poi certamente non bisogna mai dire "è un bravo ragazzo" se manifesta l'intento di compiere un'azione criminale, questo sì che è molto diseducativo. Anche il divieto di uscire o di andare ad una festa va usato con parsimonia (e non con il grilletto facile). In molti paesi sono poi vietate le punizioni corporali, quelle davvero non risolvono nulla. Anche abolire una vacanza andrebbe fatto solo in caso di ripetuti comportamenti potenzialmente dannosi (come bullismo, oltraggio, blasfemie, telefonate moleste, droga, odio, revenge porn, danneggiamenti dolosi di beni...). Non certo perchè uno non ha studiato, quello si può risolvere tranquillamente andando incontro allo studente ed insegnandogli quali saranno le conseguenze (nella vita) se non studierà e non lavorerà. Se proprio continua a non importargliene niente, può essere che una punizione sia necessaria come ultima spiaggia. Ma non dev'essere così lunga o così aspra come se avesse commesso un reato
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